Vorremmo ricordare il grande cantautore Lucio Battisti….che esattamente vent’anni fa, il 9 settembre 1998, lontano dalle telecamere e dal clamore dei media, si spegneva.
Ricordarlo come cantautore sembra superfluo e inutile, vorremmo però ricordare il suo grande amore per i cavalli, culminato nel celebre viaggio in sella da Milano a Roma del 1970 insieme a Mogol.
I due si allenarono duramente nel periodo antecedente il viaggio a Cascina Longora, avevano preso molto sul serio quest’impresa e cavalcavano almeno due o tre ore al giorno, nelle campagne circostanti ed i paesini di Landriano, Pairana, Bescapè.
Il percorso da seguire venne stabilito consultando le carte militari che indicavano i sentieri praticabili, da Carpiano verso sud in direzione di Pavia fino a incontrare Castel San Giovanni.
Bisognava raggiungere il mare nei pressi di Sarzana, vicino a La Spezia, sfruttando le strade poco battute che il territorio offriva in quel tratto.
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Da qui verso la Versilia fino ad arrivare a Roma percorrendo l’Aurelia, lungo la costa per beneficiare di un clima più fresco.
E finalmente una mattina partirono, con i loro cavalli Pinto e Ribattevo.
Con non pochi imprevisti, percorrendo tappe di circa 30 km al giorno riuscirono ad arrivare a Roma.
Né Battisti né Mogol erano uomini di cavalli in senso stretto, ma allora perché si imbarcarono in un’impresa di questo tipo, impegnativa anche per cavalieri esperti?
La risposta la dà lo stesso Battisti, in un suo articolo del 1970 pubblicato su TV Sorrisi e Canzoni: “Lo spirito è quello di provare a noi stessi che possiamo farcela, e quello di godere, senza preoccupazioni, di un vero contatto con la natura, per curarci un po’ delle malattie della nostra vita di lavoro, di fretta, di angosciosa corsa contro il tempo. Allora dico io: “Non c’è tempo? Prendiamocelo”.
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