Il Museo del Cavallo Giocattolo si trova a Como, ed è il primo e ad oggi unico museo al mondo dedicato al cavallo giocattolo. Il Museo ha sede in quella che un tempo era la scuderia del famoso trottatore Tornese che negli anni Cinquanta fu più volte campione del mondo.

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Nel 1969 il Cavalier del Lavoro Pietro Catelli, fondatore di Artsana Group, acquistò l’edificio e i terreni circostanti e ne fece il quartier generale di Artsana. Il 14 aprile 2000, in occasione del suo ottantesimo compleanno, volendo lasciare un regalo unico alla sua azienda e al territorio comasco, inaugurò il Museo, esponendo la sua collezione di cavalli giocattolo nella storica scuderia di Tornese.
Il museo oggi espone una collezione unica al mondo: più di 650 cavalli giocattolo realizzati dal Settecento fino ad oggi provenienti da tutto il mondo. A dondolo o su triciclo, a bastone o a molla, di legno o di cartapesta, di latta o di stoffa, ogni cavallo giocattolo è opera unica di ingegno e di fantasia.

Fin dai tempi più antichi i bambini hanno giocato immaginando di cavalcare un destriero e nei secoli il cavallo giocattolo ha assunto diverse forme. Il giocattolo più gradito a chi era già in grado di camminare era il cavallino a traino su rotelle. Ad emulazione delle cavalcate dei grandi si giocava a cavalcare un bastone. Soltanto nel Seicento compaiono i primi esemplari di cavalli a dondolo, capolavori di artigianato, riservati ai bambini più fortunati.
Nei secoli XIX e XX grazie a nuovi materiali e tecniche di lavorazione, i cavalli giocattolo diventano più semplici ed economici ed entrano nelle camere di molti bambini.
L’ingegno dell’uomo e la cura verso l’infanzia hanno prodotto nel tempo tantissime tipologie di cavalli giocattolo: dai cavalli a dondolo più preziosi, a quelli più rudimentali, dai cavalli delle giostre a quelli a rotelle, dai cavalli bastone ai calessini.

 

CAVALLI A DONDOLO

 

Il cavallo a dondolo fa la sua comparsa soltanto nel Seicento: il bastone per cavalcare con il tempo si orna di una testa di cavallo e diventa più prezioso e raffinato, sino a divenire a dondolo. È del 1610 un cavallo conservato al Victoria & Albert Museum di Londra che si pensa potrebbe essere il primo cavallo a dondolo mai costruito. I primi esemplari di cui si ha notizia sono prodotti in legno, cartapesta o metallo, spesso ricoperti con pelo animale e riccamente bardati e sono destinati a figli dei nobili, dal momento che era necessario, per l’aristocrazia, avere dimestichezza con i cavalli.

 

CAVALLI DA GIOSTRA

Il primo esempio documentato di giostra simile ai caroselli risale al Cinquecento. Nel Settecento nascono le giostre a manovella su cui erano posti alcuni cavalli di legno alternati a qualche sedia. Il carosello ha origine in Europa, ma raggiunge i massimi livelli in America. L’età d’oro della giostra a cavalli durò circa un ventennio: dal 1905 al 1925.

 

SEDIA A CAVALLO

Le prime sedie a forma equina fanno la loro comparsa in America verso la fine dell’Ottocento. Dopo quasi due secoli dell’invenzione della sedia a dondolo (che appaiono già nei quadri fiamminghi del Seicento), si costruiscono per la gioia dei più piccoli delle sedie con una testa di cavallo in grado di dondolare. Uno schienale e dei braccioli circondano il bambino facendolo sentire protetto ed evitando cadute cosicché questo gioco si presenta adatto anche ai bambini non ancora in grado di stare seduti da soli.

 

CAVALLI CON ROTELLE

Per chi era in grado di camminare il giocattolo più gradito era il cavallino a traino su rotelle. Tirandolo con una cordicella, il cavallino segue mansueto ogni percorso. Il passo che portò il cavallino con ruote da semplice gioco da traino a gioco in grado di sostenere il peso di un bambino fu breve ed in poco tempo i cavallini iniziarono ad essere costruiti per poter esser cavalcati. Molti cavalli presentano un foro passante per le narici o sull’asse di legno che serviva per fissare la briglia.

 

CAVALLI TRICICLO

I Francesi, considerati gli inventori della bicicletta, si distinsero anche nel campo dei giocattoli a propulsione meccanica. Nel 1821 i due inventori Jean Louis Gourdoux e M. Combe brevettarono per primi il cavallo-triciclo. I più antichi esemplari, proprio come i primi velocipedi, avevano grandi ruote di ferro e si muovevano pedalando con le mani da manopole all’altezza della testa equina.

 

CAVALLI CON SULKY

Il legame che unisce l’uomo e il cavallo affonda le sue radici nei tempi antichi e fin dall’antichità l’uomo ha domato e cavalcato questo nobile animale. Le corse ippiche erano il divertimento degli uomini, e poiché la vita degli adulti è spesso imitata dai bambini e i fatti della vita tramutati in gioco, il cavallo con sulky (un leggero carretto monoposto a due ruote) è stato da sempre il giocattolo più ambito di ogni bambino. Imitare il gioco dei grandi era il gioco più bello.

 

CAVALLI A PRESSIONE

La storia del cavallo a pressione si intreccia con la storia dei cavalli prodotti in latta litografata. Questa tipologia di giocattolo ebbe il suo maggior successo tra la fine degli anni Quaranta e gli anni Sessanta del Novecento. Grazie a un sistema a molla e una sella in grado di trasferire il peso sulle zampe, procedevano come veri cavallo al trotto. Il prezzo contenuto della latta e il movimento realistico del cavallo consacrarono questo gioco e gli diedero un enorme successo. I maggiori produttori furono la Germania e l’Inghilterra, dove la D Sebel&co fabbricava il celebre cavallo MOBO.

 

CAVALLI TATÀ

I tatà, animali del mondo rurale scolpiti nel legno e con le ruote, erano i giocattoli tradizionali preferiti dai bambini valdostani. Questo curioso nome, tatà, termine preso a prestito dall’espressione infantile “taa-ta”, è ispirato dal suono delle ruote in movimento di questi giocattoli. Il cavallo con le rotelle è un gioco che viene dall’antichità: testimonianze di questo divertimento sono state rinvenute anche nella Como preromana. Al Museo oggi ne sono conservati 16, tutti ovviamente con il cavallo come soggetto.

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