Letteralmente il termine Centauro significa: “colui che trafigge il toro” ed il mito vuole che vivessero nelle foreste abbarbicate sulle pendici della Grecia Classica.
Erano creature dalle sembianze umane nella parte superiore del corpo e di cavallo nella porzione inferiore.
Come per ogni altra specie discendente o aspirante all’Olimpo, il mito narra diverse leggende sull’origine della specie.
Secondo le più semplici, i centauri nacquero dall’amore tra Issione (il re dei Lapiti) e la dea Era, moglie nonché sorella maggiore di Zeus.
In un’altra versione della leggenda si narra invece che Issione avesse creduto di concupire con Era, ma, in realtà, avesse ingravidato Nefele, una donna creata appositamente da Zeus modellando una nuvola.
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Da qui le versioni si sdoppiano: nella prima, il rapporto tra Nefele e Issione andò a buon fine e nacque, appunto, Centauro, il capostipite della sua specie.
Nella seconda, invece, Zeus non inviò la nuvola con le sembianze di sua moglie per compiacere Issione, ma per coglierlo, letteralmente, in fallo.
L’inganno a quanto pare funzionò e Issione, scoperto nel tentativo di cornificare Zeus, fu legato a una delle ruote di fuoco del carro di Apollo e condannato a girare perennemente nel cielo.
La realtà, naturalmente, era un’altra.
I Centauri erano uomini barbuti e selvaggi, appartenenti a tribù delle montagne della Grecia orientale, i quali vivevano in tale simbiosi con i loro cavalli, da sembrare una sola cosa con il proprio animale.
Nacque così la leggenda degli Uomini-cavallo.