Nel febbraio del 2000 il ciclone tropicale Leon-Eline si abbattè violentemente contro le coste del Mozambico, e nel giro di 48 ore il fiume Limpopo esondò violentemente superando di ben 11 metri il suo normale livello.
Nella Riserva Privata Mashatu, in Botswana, attraversata dal fiume Limpopo, la situazione era tragica.
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Al campo base di partenza dei safari a cavallo, Ruff, il camp manager di allora, riuscì in qualche modo ad aprire i paddock e far fuggire i cavalli perché si mettessero in salvo cercando rifugio nelle alture.
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Nelle settimane successive i cavalli sopravvissuti vennero recuperati…tranne Zulu.
Le ricerche proseguirono per qualche tempo ma poi si persero le speranze, se non fosse che gli uomini dei villaggi circostanti continuavano a parlare di una gigante zebra nera senza strisce che era stata vista più volte nel branco.
Zulu in effetti non solo era sopravvissuto, ma aveva imparato a sopravvivere nella savana, imparando l’importanza del branco.
Approcciandosi inizialmente con sottomissione diventò il capo branco di un discreto numero di femmine e piccoli che guidò per diversi anni fino al momento della sua ricattura.
La storia del fantastico Zulu si racconta ancora oggi tra le fila delle guide della Riserva Mashatu, morto un paio d’anni fa di febbre cavallina; e affinché venga ricordato, la sua storia è stata messa su carta da David Bristow ed il suo libro “Running Wild”.